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Infermieri esclusi dall’Osservatorio delle buone pratiche e sulla sicurezza in sanità

L’ente ordinistico di Firenze Pistoia invia una lettera aperta al ministro Lorenzin

Firenze, 26 gennaio 2018 – Nessun infermiere tra i membri dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche e sulla sicurezza in sanità. È proprio sull’esclusione in toto della professione dall’osservatorio previsto dalla Legge “Gelli-Bianco” che ruota la lettera aperta indirizzata alla Ministra della Salute Beatrice Lorenzindall’Ente ordinistico delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia. Con una precisa richiesta: «inserire rappresentanti della Professione Infermieristica nell’Osservatorio Nazionale delle buone pratiche e sulla sicurezza in sanità, al fine di garantire una maggiore tutela della cittadinanza, data dalla competenza specifica sui temi di natura assistenziale, che gli infermieri possono certamente apportare».

«Siamo a esprimerLe la nostra amarezza nel non vedere espressi infermieri tra i membri del suddetto Osservatorio – si legge nella lettera che prende a riferimento l’articolo 3, comma 2, della Legge “Gelli-Bianco” - : “L'Osservatorio acquisisce dai Centri per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, di cui all'articolo 2, i  dati regionali relativi ai rischi ed eventi avversi  nonché alle  cause, all'entità, alla frequenza e all'onere finanziario  del  contenzioso e, anche mediante la predisposizione, con  l'ausilio  delle  società scientifiche  e   delle   associazioni   tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie di cui all'articolo 5, di linee di  indirizzo, individua idonee misure per la prevenzione e la gestione del  rischio sanitario e il monitoraggio delle buone  pratiche  per  la  sicurezza delle cure nonché per la formazione e l'aggiornamento del  personale esercente le professioni sanitarie”».

«Anche la Direttiva U.E 55/2013 – prosegue l’ente ordinistico delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia - recante  modifica  della  direttiva comunitaria  36/2005 relativa  al  riconoscimento  delle  qualifiche  professionali e del regolamento (U.E.) n. 1024/2012  relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di  informazione  del  mercato  interno  («regolamento  IMI»), ripetutamente cita l'infermiere quale responsabile dell' assistenza,  definendo percorsi formativi e riconoscimenti per il libero scambio tra i paesi comunitari e declinando precise competenze in capo agli esercenti la professione infermieristica». Dalle quali, si spiega, «si evince quindi l'autonomia dell’infermiere, quale responsabile dell’assistenza, nel definire e validare le linee guida e le buone pratiche basate sulle evidenze scientifiche da seguire nell'esercizio professionale».

A ulteriore riprova, si cita la Legge 24\2017, articolo 5.1: “Gli esercenti le professioni sanitarie, nell'esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale, si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate ai sensi del comma 3 ed elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche e dalle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e regolamentato con decreto del Ministro della salute, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, e da aggiornare con cadenza biennale. In mancanza delle suddette raccomandazioni, gli esercenti le professioni sanitarie si attengono alle buone pratiche clinico-assistenziali basa i fondamenti della responsabilità professionale per gli esercenti le professioni sanitarie sull'adesione a linee guida e buone pratiche validate dalle società scientifiche”. «Da ciò ne deriva – conclude l’ente ordinistico delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia -, a nostro parere, l’opportunità, oltre che di coinvolgere le associazioni scientifiche e gli Enti di riferimento per ogni categoria di esercenti una specifica professione sanitaria nessuna esclusa, ivi inclusi quindi gli infermieri, quali responsabili dell'assistenza, così come chiaramente richiamato dalla normativa».

18.01.28 Ipasvi_Lorenzin