Notizia

Villa Saffi, a Forlì, entra a far parte delle Case della Memoria

Vi abitò Aurelio Saffi, protagonista del Risorgimento italiano

Firenze, 8 febbraio 2019 – Per le Case della Memoria l’anno inizia con una nuova adesione dall’Emilia Romagna. È la Casa Museo Villa Saffi di Forlì, abitata da Aurelio Saffi, importante figura del Risorgimento italiano, la nuova casa che entra a far parte dell'Associazione Nazionale Case della Memoria. L’ingresso della casa forlivese porta a quota 71 il numero delle case-museo che fanno parte della rete nazionale.

«Mese dopo mese – commentano Adriano Rigoli Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente dell’Associazione – la nostra rete si arricchisce con l’ingresso nuove realtà che aggiungono ogni volta una tessera fondamentale al mosaico della Memoria, come testimoni ‘silenti’ della storia del nostro Paese. Villa Saffi testimonia un pezzo importante di storia, quella scritta da Aurelio Saffi, un protagonista del Risorgimento italiano che con Mazzini e Armellini gettò le basi ideali per la costituzione dell’Italia unita. Per questo siamo particolarmente felici di accogliere Villa Saffi, con il suo patrimonio di testimonianze e memoria, all’interno della nostra rete, nata per preservare i ‘segni’ del passato e valorizzare il loro ruolo nella costruzione del futuro».

«A nome dell'Amministrazione Comunale di Forlì e dell'Assessorato alla Cultura che rappresento – commenta Elisa Giovannetti, assessore alla Cultura del Comune di Forlì -, esprimo grande soddisfazione per essere diventati soci di questa autorevole associazione portatrice di obiettivi virtuosi sulla promozione e valorizzazione della casa Museo di Villa Saffi di Forlì. I percorsi che verranno intrapresi saranno senza dubbio di alto profilo, a beneficio di risorse culturali quali le Case Museo che riflettono un passato ricco di storia per il territorio nel quale si trovano. Una memoria storica degna di vivere nel presente e un'eredità per le future generazioni».

Villa Saffi, di proprietà del comune di Forlì dal 1988, era originariamente un convento dei Gesuiti (all'esterno della facciata sono ancora visibili tracce della loro cappella) acquistato dal Conte Tommaso Saffi, nonno di Aurelio, e utilizzato in prevalenza come residenza estiva. A lungo e stabilmente vi risiedette Aurelio Saffi, erede politico di Giuseppe Mazzini, che qui si spense il 10 aprile 1890. Il suo ricordo e quello delle vicende storiche di cui fu protagonista ricorrono negli arredi e nei materiali cartacei e decorativi qui conservati, senza dimenticare che, ancor prima, la villa fu sede di riunioni carbonare e indicata in linguaggio cifrato come Vendita dell'Amaranto.

Il fascino della villa, oltre che alle memorie storiche, è legato alla conservazione di arredi originari di notevole pregio ed eleganza e alla ricca biblioteca, che comprende anche un'importante raccolta di quotidiani rari. All'interno dell'immobile, inoltre, è presente la testimonianza lasciata dall’artista Amerigo Bartoli Natinguerra (Terni, 1890-Roma, 1971), che dipinse a trompe-l'oeil la cosiddetta stanza del ping-pong. Attigui all'abitazione padronale sono l'abitazione del custode, un'ampia casa colonica e una costruzione probabilmente utilizzata, in origine, come scuderia.

La villa è circondata da un parco dominato, nella parte anteriore, da un maestoso cedro del Libano probabilmente risalente ai tempi del triumviro, a cui si sono aggiunti magnolie, platani, cipressi, sapientemente mescolati a noccioli, viburni e lauri. Nella parte retrostante la villa, della piccola macchia di querce esistente in passato, sopravvivono alcuni esemplari, che creano un boschetto al cui interno venne costruita la grotta che fungeva da neviera. 

 

Villa Saffi, a Forlì, entra a far parte delle Case della Memoria