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«La vita reale non è il palcoscenico»

Le parole del presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini, in solidarietà al presidente nazionale

«La vita reale non è il palcoscenico. Invece di dileggiare il simbolo e i colori delle Pubbliche Assistenze, il comico Pucci farebbe bene a chiedere scusa».

Il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini, ha espresso solidarietà al presidente nazionale di Anpas, il virologo Fabrizio Pregliasco, messo alla berlina sul profilo ufficiale Instagram di Andrea Baccan, il vero nome di Pucci, ossia il comico noto per i programmi sulle reti Mediaset.

«Nel mezzo di un’emergenza come questa – ha detto Bettini – trovo la satira su medici e virologi, ammesso che sia satira e non inutile caciara, piuttosto sterile. Ma a parte i gusti personali, la cosa ancora più grave è mettere alla berlina Pregliasco anche perché indossa la felpa con il tricolore e lo stemma dell'Anpas. Un simbolo che unisce da oltre un secolo più di centomila volontari attivi sulle ambulanze, nella protezione civile, nei servizi sociali, nella donazione del sangue. Gli stessi volontari soccorritori che in Lombardia, in Toscana e in tutta Italia stanno mettendo a rischio la loro vita per soccorrere gli ammalati di Covid-19. Andrea Baccan, che vive da sempre a Milano dovrebbe saperlo bene. Per questo la sua ironia gratuita è imperdonabile. Se non dovesse saperlo, lo aspettiamo nelle nostre sedi in Toscana, per una giornata insieme così potrà capire cosa fa ogni giorno chi indossa quella felpa. Ma c’è di più. Come evidente, il suo profilo è frequentato anche da altri ‘famosi’ (Arianna Mihajlovic, Walter Zenga, anche il Ct della Nazionale Mancini). Penso che ciascuno di loro sia perfettamente consapevole del ruolo quotidiano dei volontari nel sostenere i malati e le loro famiglie, eppure non hanno esitato a ironizzare a loro volta».

«In questa pandemia – ha concluso Bettini – molti artisti hanno ‘usato’ la loro notorietà per contribuire e sensibilizzare la cittadinanza su azioni di beneficenza a sostegno di volontari e associazioni umanitarie. In questo caso delle scuse, almeno quelle, sarebbero ben accette».